Per N. B., 43 anni e C. V., 24 anni, è stato il primo viaggio dalla Romania all’Italia. Con un carico di 29,446 chilogrammi di marijuana stipati in un trolley e in vari cartoni nel bagagliaio e dietro al sedile dell’auto a noleggio. Speravano di guadagnare qualcosa con quel trasporto, commissionato loro in madrepatria. Hanno ottenuto un soggiorno in carcere al castello di Pordenone e l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. A quel giro di droga, però, si dichiarano estranei. Sapevano solo di dover portare il carico fino a un’area di sosta lungo l’autostrada, in Friuli Venezia Giulia. Lì qualcuno sarebbe venuta a prenderla.
Sul tragitto, però, hanno incrociato una pattuglia della Polstrada di Pordenone, all’altezza di Porcia, sulla A28. L’automobile, con targa romena, stava procedendo a velocità molto elevata in direzione Portogruaro. Inizialmente doveva essere un controllo di routine anche se già la velocità alla quale stava sfrecciando il veicolo dei due romeni autorizzava gli agenti a insospettirsi. Il nervosismo del conducente alla semplice richiesta di esibire patente e libretto ha fatto drizzare ulteriormente le antenne agli agenti. Con un’occhiata hanno notato gli scatoloni nel bagagliaio. E hanno scoperto la provvista di droga, confezionata in sacchetti di cellophan. Uno dei quantitativi più ingenti mai sequestrati in provincia di Pordenone negli ultimi tempi.
Il ritrovamento ha fatto subito scattare le manette ai polsi dei due cittadini romeni. Le indagini, coordinate dal procuratore facente funzioni Federico Facchin, proseguono per accertare chi abbia fornito il carico di droga in Romania e a chi, invece, fosse destinato. Con un simile quantitativo di droga, rischiano una pena altissima: si parte dai 6 anni per arrivare fino ai 20 anni. Stamattina, dinanzi al giudice per le indagini preliminari Alberto Rossi, si terrà l’udienza di convalida dell’arresto.
I due cittadini romeni sono difesi dall’avvocato Fabio Gasparini. A loro spetterà la scelta: il silenzio, oppure la collaborazione con gli inquirenti.
(dal Messaggero Veneto del 01.03.2017)