Lo storico match di Coppa Italia Inter-Pordenone non ha solo dato lustro al club neroverde e lasciato un segno nella storia, il 12 dicembre 2017. Quattro tifosi pordenonesi sono stati raggiunti da un decreto penale di condanna ai sensi della legge Maroni, due perché sono stati trovati con torce illuminanti per i segnali nautici ai controlli prima dell’ingresso nello stadio Meazza, altri due perché sono stati immortalati con artifici pirotecnici in mano dalle telecamere sugli spalti.Il tribunale ordinario di Milano aveva calcolato una pena finale di 7.250 euro di multa per tre tifosi (una 47enne azzanese, un 23enne di Chions e un 28enne di origine albanese residente a Valvasone-Arzene) e di 13.500 euro per il quarto (un 35enne purliliese).
Era scattato, oltre al procedimento penale, anche il daspo, che bandiva i quattro da tutti gli stadi e luoghi sensibili per periodi variabili. Nessun indagati, peraltro, era un ultrà: si trattava solo di tifosi occasionali, che volevano sostenere il Pordenone nell’impresa a Milano contro i nerazzurri.Sono state diverse le strategie difensive. Un operaio di 23 anni di Chions, difeso di fiducia dall’avvocato Fabio Gasparini in mandato congiunto con il collega Giovanni Adami di Udine, si è opposto al decreto penale di condanna. Rischiava, in base alla legge Maroni, dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione. Invece l’imputato è stato assolto in rito abbreviato dal gip Salvini di Milano (il magistrato delle sentenze sull’inchiesta delle calcio-scommesse). Per il giudice non costituisce reato il fatto che il tifoso fosse stato trovato in possesso di una torcia nautica illuminante al filtraggio pre-partita. Il giovane ha infatti consegnato spontaneamente la torcia alla Digos.
È stata accolta la tesi difensiva illustrata dai legali Gasparini e Adami e corredata dalla giurisprudenza in materia in base alla quale fosse venuto meno il principio di offensività richiesto dal reato per il pericolo che può creare. Fra l’altro il giovane era incensurato.
Il 23enne ha già “scontato” invece il Daspo di un anno. Non dovrà pagare pertanto la multa di 7.250 euro. La sentenza, secondo il legale Gasparini, costituisce un precedente importante.È riuscito a ottenere la messa alla prova (e dunque in caso di esito positivo avrà l’estinzione del reato e la fedina penale pulita) l’operaio purliliese di 35 anni difeso dall’avvocato Lorenzo Marcon. Durante i festeggiamenti sugli spalti un altro spettatore aveva passato un fumogeno al giovane, il quale lo aveva tenuto in mano solo per qualche secondo, prima di appoggiarlo per terra. Ma le telecamere lo hanno immortalato e così ha ricevuto il daspo di due anni e il decreto penale di condanna di 13.500 euro, neutralizzato ora dalla messa alla prova.
(Dal Messaggero Veneto del 11.07.2019)