Vicesegretario comunale finisce sotto inchiesta per l’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio dopo un esposto presentato dall’allora capogruppo della minoranza consiliare a Sequals e ne esce senza una macchia.
Tutto parte da una lettera. Una dipendente comunale chiede che la sua missiva sia trasmessa anche ai consiglieri comunali per conoscenza. Il vicesegretario comunale si rifiuta di divulgarla: lo scambio epistolare ha un carattere riservato, perché si tratta di una risposta della dipendente al vicesegretario in relazione a una precedente richiesta di chiarimenti riguardo a specifiche problematiche inerenti al suo incarico.
Il capogruppo di Democrazia civica chiede spiegazioni al vicesegretario. In una missiva del 2 marzo 2016 D. motiva le ragioni che l’hanno spinto a non trasmettere la missiva. Divulgare contenuti riservati implicherebbe, peraltro, un procedimento disciplinare. «Non c’è poi alcun obbligo, per un Comune, di trasmettere a tutti i destinatari indicati per conoscenza, copia di una comunicazione pervenuta da un privato che non abbia valenza istituzionale», sottolinea il funzionario. Casomai dovrebbe essere la stessa dipendente a trasmettere ai consiglieri la nota.
Il pm Maria Grazia, a conclusione dell’attività d’indagine, chiede l’archiviazione: dall’inchiesta non è emerso alcun profilo di responsabilità. Anzi, la Procura sottolinea come D. abbia fatto bene a non divulgare la missiva. Il consigliere si oppone all’archiviazione.
Mercoledì, in udienza preliminare, si è consumato l’ultimo atto della vicenda giudiziaria. Il gup Roberta Bolzoni ha scritto la parola fine, disponendo l’archiviazione del procedimento nei confronti di D., assistito dall’avvocato Fabio Gasparini. L’operato del vicesegretario comunale, anche secondo il giudice, è stato ineccepibile. Sia il gip che il pm hanno citato proprio la missiva del 2 marzo, sottolineando la bontà delle ragioni esposte dal funzionario.
(Dal Messaggero Veneto del 02.06.2017)