Non diffamarono la multinazionale Kronospan, né diffusero notizie false, esagerate o tendenziose, ma esercitarono il diritto di critica politica, peraltro nei confronti dell’amministrazione comunale uscente, durante la campagna elettorale del 2016.
È con questa motivazione che il gup Monica Biasutti ha archiviato definitivamente l’indagine a carico dei consiglieri comunali sanvitesi Giacomo Collarile, 42 anni, (Alternativa comune) e Valerio Delle Fratte (Amo San Vito) e della consigliera regionale Eleonora Frattolin, quarantenne avianese (M5S).
I tre esponenti politici (Collarile e Delle Fratte erano difesi dall’avvocato Fabio Gasparini, Frattolin dall’avvocato Silvio Albanese) erano stati indagati, a seguito della presentazione di un esposto da parte della multinazionale, difesa dall’avvocato Devis Darin del foro di Treviso, per diffamazione aggravata e pubblicazione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico, per aver preso posizione contro l’ampliamento dello stabilimento della Kronospan a San Vito al Tagliamento, paventando i potenziali rischi per l’ambiente derivanti dalle emissioni.Nel mirino i volantini a domicilio diffusi da Collarile sul tema. A lui era stato ricondotto anche un post pubblico sulla pagina di Alternativa Comune. Delle Fratte aveva invece condiviso un post della pagina “Amo San Vito”, ritenuto dalla multinazionale diffamatorio, sulla sua bacheca.
Nell’inchiesta era stata coinvolta anche la consigliera Frattolin, che sul sito del Movimento si era espressa in modo critico sul via libera concesso nel 2013 dalla Regione al progetto di ampliamento di Kronospan.La Kronospan aveva sottolineato nella denuncia di aver ricevuto parere positivo dalla Regione alla valutazione di impatto ambientale dopo le verifiche dell’Arpa, che l’ateneo friulano aveva studiato in modo approfondito tutte le dinamiche, che la fabbrica è molto distante dal centro abitato e che l’impianto è tecnologicamente avanzato, costruito con ogni attenzione in tema di emissioni.
Nessuna di queste informazioni – aveva lamentato la multinazionale – era stata però fornita ai sanvitesi.A maggio, concluse le indagini, il pm Pier Umberto Vallerin ha chiesto l’archiviazione, non ravvisando profili di rilievo penale nelle dichiarazioni attribuibili agli indagati, che «si sono limitati a esprimere una propria opinione, nell’esercizio del loro diritto di critica». Un’argomentazione messa in luce dallo stesso avvocato Gasparini nella sua memoria.
Il pm ha osservato che l’azienda, «proprio per le sue caratteristiche e l’attività esercitata, avrebbe concretamente potuto creare problematiche di tipo ambientale, e quindi pare giustificato l’allarme», seppur manifestato «con espressioni un po’ colorite, ma ormai rientranti nell’uso comune». Non essendo mai stato citato il legale rappresentante, ma solo la Kronospan, manca l’individuazione di una persona determinata che possa integrare la diffamazione. La multinazionale si è opposta all’archiviazione, chiedendo ulteriori indagini. Richiesta bocciata dal gup Biasutti, che non ha rinvenuto negli atti alcun attacco diffamatorio.
Nel merito, il giudice ha condiviso la richiesta di archiviazione formulata dal pm, aggiungendo che i destinatari delle critiche e degli scritti incriminati erano stati l’amministrazione comunale uscente per non aver preso posizione e la Regione che aveva concesso l’autorizzazione. Ecco perché la vicenda, secondo il giudice, si inserisce nell’ambito proprio della critica politica, della quale rispetta i limiti di verità, continenza e interesse pubblico insiti nell’esercizio del diritto.
(Dal Messaggero Veneto del 05.04.2018)