PORDENONE. Una parola di troppo. E forse anche un bicchiere di troppo. E s’è innescata la miccia. Una lite nata tra un russo e un italiano, al bancone del bar Perla domenica sera. La discussione, che s’è scaldata con qualche pugno, è proseguita anche in strada, quando i due sono stati invitati dal gestore a uscire.

E, una volta chiamati i carabinieri, l’italiano, M. P., avrebbe secondo l’accusa inveito pure contro di loro menando calci e ferendone due. L’uomo, un cameriere di 24 anni , è stato arrestato e processato ieri per direttissima: ha patteggiato tre mesi e 10 giorni, pena sospesa, ed è stato rimesso in libertà.

I fatti sono successi domenica sera. Attorno alle 23, in un affollato bar Perla, i due hanno cominciato a litigare, seduti al bancone. Dalle parole, ben presto, s’è passati ai fatti. Da quanto raccontato da alcuni testimoni che al momento erano nel locale, lo straniero avrebbe assestato un pugno a Pisu il quale non ci ha pensato un attimo e ha restituito il cazzotto.

Il parapiglia che stava per nascere è stato subito sedato dal gestore del locale. Li ha invitati a uscire. Ma neppure l’aria frizzante della notte ha calmato gli animi accesi. E così pure una volta in strada, hanno continuato il battibecco. Il gestore del locale ha quindi chiamato i carabinieri. Sono arrivate tre volanti da Fontanafredda, Cordenons e dal Radiomobile di Sacile.

I carabinieri hanno cercato di separare i litiganti: mentre il russo ha ritrovato la calma, P. ha cominciato a menare calci a destra e a manca, ferendo i due carabinieri che cercavano di fermarlo. Li ha mandati all’ospedale con lesioni agli arti inferiori guaribili in cinque giorni.

Sono riusciti comunque a bloccarlo e ad ammanettarlo. Il caso è stato quindi affodato ai carabinieri di Pordneone che hanno proceduto con l’arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Ieri s’è celebrato il processo per direttissima da parte del giudice Rodolfo Piccin. Titolare dell’inchiesta il pm Pier Umberto Vallerin (sostituito in aula dal Vpo Patrizia Cau). P. è stato difeso dall’avvocato di fiducia Fabio Gasparini: convalidato l’arresto, P., che era incensurato, ha patteggiato tre mesi e 10 giorni (pena sospesa) e rimesso in libertà.

(Dal Messaggero Veneto del 11.02.2014)

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