SAN VITO. Si è messa la parola fine sulla causa intentata da I. N. contro il Comune di San Vito, per i danni subiti dalla propria vettura: il procedimento instaurato a suo tempo avanti al tribunale di Pordenone è stato abbandonato l’altro giorno dalle parti per intervenuto accordo in corso di causa. La Unipol, compagnia che assicura per la responsabilità civile il Comune, ha infatti formulato un’offerta con la quale ha risarcito buona parte dei danni subiti da N., nonché le spese legali dell’avvocato di quest’ultimo, Fabio Gasparini (anche lui sanvitese e, tra l’altro, impegnato in politica: è infatti consigliere provinciale di Italia dei valori).

Erano le 22.30 del 23 luglio 2010 quando N., a bordo della sua Mercedes Cls, stava percorrendo via Savorgnano, dal centro del capoluogo verso la frazione. Nei pressi dell’intersezione tra via Savorgnano e via della Bontà, l’auto di N. urtò un ostacolo, costituito dalla cuspide del cordolo posto a protezione della costruenda pista ciclabile (in quei giorni la pista era un cantiere), ubicato vicino alla carreggiata e nei pressi dell’area dell’intersezione stradale. Un ostacolo che, secondo la ricostruzione effettuata da Gasparini, non sarebbe stato segnalato, tanto che il Comune avrebbe provveduto a evidenziare la presenza del cordolo, con apposita segnaletica stradale, soltanto dopo che era avvenuto il sinistro. I danni subiti dalla Mercedes erano stati quantificati da N. in 15 mila euro.

Alcuni giorni dopo, l’allora consigliere comunale aveva inoltrato personalmente le richieste risarcitorie al municipio, che a sua volta aveva informato della questione la compagnia assicurativa operante per la responsabilità civile. La risposta era stata negativa: Gasparini aveva pertanto citato in giudizio il Comune, rinnovando la richiesta di pagamento dell’integrale risarcimento.

In corso di causa, dunque, l’avvocato ha ottenuto la proposta transattiva, che è stata accettata (N. sarà risarcito per circa due terzi della richiesta). Ieri è stata messa la parola fine sulla vicenda. In relazione alla stessa pista ciclabile (ma a qualche centinaio di metri di distanza, precisamente in via San Vito), nei mesi scorsi le cronache registrarono il risarcimento ottenuto da una donna che era caduta mentre la percorreva a piedi essendo inciampata in un buco predisposto per l’illuminazione pubblica stradale lasciato scoperto.

Andrea Sartori

(Messaggero Veneto, 21 aprile 2013)

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