Un dipendente della Provincia va in aspettativa per frequentare un dottorato: lui sostiene che dev’essere pagato e al secondo grado di giudizio gli viene data ragione, ma l’ente intermedio decide di rivolgersi anche in Cassazione e soccombe anche in quest’ultimo grado di giudizio.
Una vicenda che ha trovato la parola fine dopo oltre un decennio, quella approdata ieri in consiglio provinciale, dove si è approvato, all’unanimità, un debito fuori bilancio di 3.906 euro, per il risarcimento di spese legali. In tutto, dunque, a questa persona, non residente in provincia e da tempo non più dipendente dell’ente che la governa, sono stati restituiti da quest’ultimo 103.906 euro.
Il consigliere all’opposizione Fabio Gasparini ha chiesto in aula all’assessore provinciale al Bilancio, Michele Boria, di ripercorrere la vicenda. Il dipendente (inquadrato nel settore Politiche europee) entrò in aspettativa per il periodo dal 13 gennaio 2003 al 4 aprile 2005. Il tutto per frequentare un corso di dottorato. Per la Provincia il suo dipendente non doveva, in quel periodo, essere retribuito, per quest’ultimo sì: la questione finì in tribunale. Al primo grado vinse la Provincia, in appello il dipendente, che ricevette 100 mila euro: somma che teneva conto di tutti gli adempimenti e degli interessi maturati negli anni. Ma si è deciso di ricorrere in Cassazione: è stata confermata la sentenza d’appello e condannato l’ente di largo San Giorgio a risarcire pure le spese legali. Ieri si è riconosciuto il relativo debito fuori bilancio.
Gasparini ha chiesto al consiglio «un impulso: invii la sentenza alla Corte dei conti». Per il consigliere, la giurisprudenza in questione, negli ultimi anni, rispetto a un paio di lustri fa, è ormai consolidata. «Le sentenze di Cassazione negli ultimi anni davano ormai per assodato che in questi casi d’aspettativa, per quei motivi, la retribuzione è riconosciuta – continua Gasparini –.
Ma si è impugnata la sentenza d’appello: decisione corretta o danno erariale? Decida la Corte dei conti». Durante il consiglio provinciale è stata approvata la relazione sullo stato di gestione delle funzioni spettanti in materia di rifiuti per il 2013. Tra i dati è emersa una percentuale media di differenziata elevata, ma ormai è riconosciuto all’unanimità che conterà sviluppare il fattore qualità dei rifiuti raccolti, per i benefici nelle tasche dei cittadini.
(Messaggero Veneto 17.07.2014)