ZOPPOLA Il giudice gli aveva applicato la misura cautelare del divieto di dimora a Zoppola. Perché in quel paese vive la presunta vittima, sua madre. Lui, però, era stato sorpreso dai carabinieri proprio in quel comune tanto che lo stesso giudice ha disposto l’aggravamento della misura cautelare che ieri mattina è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Fiume Veneto. E’ stato trasferito in carcere P.M., 40 anni, negli ultimi due all’estero per lavoro. Deve rispondere di maltrattamenti, percosse e anche estorsione nei confronti della madre che vive appunto a Zoppola.

Gli episodi che gli sono contestati risalgono al periodo tra il 2009 e il 2010 e sono stati riportati nelle denunce che la donna ha presentato all’autorità giudiziaria. Secondo la tesi dell’accusa, il figlio, anche a causa di problemi personali, avrebbe più volte maltrattato la donna, arrivando a picchiarla e l’avrebbe aggredita per farsi consegnare più volte piccole somme di denaro.

Da qui l’accusa di estorsione oltre a quella di maltrattamento. Il fatto che P.M. sia stato per diverso tempo all’estero aveva fatto slittare il procedimento penale nei suoi confronti. Nel 2010, sulla base degli episodi contestati – e sarebbero stati continuati del tempo ma comunque riferiti a prima della sua partenza per l’estero – il giudice Rodolfo Piccin aveva stabilito il divieto di dimora a Zoppola, comune in cui risiede la madre. Il 40enne, tuttavia, è stato sorpreso a violare tale disposizione tanto che lo stesso giudice, sulla base dell’informativa dei carabinieri di Fiume Veneto, ha disposto l’aggravamento della stessa misura, tramutata in custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento è stato eseguito ieri mattina. P.M. è difeso dall’avvocato Fabio Gasparini.

(Messaggero Veneto, 19/6/2012)

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