Un barman di successo, conosciuto per la sua simpatia e abilità, ma anche per il legame fiduciario che crea con gli avventori offrendo stuzzichini, semifreddi e dolci. F. V., 46 anni, triestino che risiede a Porcia, per questo suo modo di fare è incappato in una vicenda giudiziaria che gli è costata una condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione, oltre a mille euro di multa. Era accusato di furto aggravato in concorso con C.T., 38 anni, di Pordenone.
Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Fabio Gasparini, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Mentre a V., che aveva come difensore Cristiano Leone, il giudice Piera Binotto ha riqualificato l’imputazione in appropriazione indebita aggravata dall’abuso di prestazione d’opera e lo ha condannato a risarcire in separata sede la parte civile, la società C&C Group ospitalità italiana Srl, costituita con l’avvocato Marco Covre. La vicenda risale al 2016. V. lavorava al PSM 13 di piazzetta San Marco. Il gestore, controllando i conti, si accorse che in cassa c’era un’esagerazione di storni, con una discrepanza tra ordinazioni e incassi spropositata rispetto al solito. Capita che caffè, grappini o stuzzichini vengano offerti e quindi l’ordinazione venga annullata o stornata in cassa al momento del pagamento. Nel 2014, ad esempio, le somme stornate erano pari a 14.756 euro, 2.032 nel 2015. Ma tra gennaio e settembre 2016 la cifra era lievitata a 58.420 euro. La differenza tra i dolci confezionati acquistati e mancanti in magazzino, nonostante risultassero come non venduti, era di 20.949 euro. Secondo la parte offesa, gli ammanchi erano progressivi, oltre che eccessivi. Non solo, tra fine febbraio e inizio marzo i fili della telecamera erano stati staccati.
L’attenzione si era concentrata su V., indicato come responsabile del locale, e sul cameriere. T., difeso dall’avvocato Fabio Gasparini, è risultato estraneo alle contestazioni, in quanto è riuscito a dimostrare, tra l’altro, che dal 1 marzo 2016 era stato trasferito in un locale di Codroipo. Restava da chiarire la posizione di V.. «Non ha negato di aver offerto consumazioni ai clienti – ha spiegato la difesa – ma grazie al suo sistema il fatturato era esploso, perchè si creava un rapporto di fedeltà. Va anche rimarcato che, come dimostra il contratto di lavoro, era un semplice cameriere, non aveva la responsabilità della cassa». Oggetto degli storni erano soprattutto dolci, un quantitativo enorme nell’arco di otto mesi, da qui i sospetti della C&C e la denuncia. V. in seguito alle contestazioni si è licenziato (Dal Gazzettino del 05.03.2021)