Assolti dall’accusa di aver gestito il Tio disco come un’attività imprenditoriale: non è emerso che le serate siano state condotte in modo “commerciale”. Imputati erano i coniugi P., cui fa capo la Crema club srl, società che gestisce, in affitto d’azienda, il Tio disco di San Vito. Attività che portano avanti dal 2012.
Allora avevano riavviato l’attività della discoteca, chiusa da anni, con un’associazione di promozione sociale, Crema club, che organizzava feste private, dunque per soli tesserati. In seguito, Crema club è divenuta una srl e per le serate al Tio non è più servita la tessera. Il 22 giugno 2012, l’associazione aveva organizzato una festa all’aperto. Si era sparsa la voce e l’affluenza fu notevole. Molte persone erano già tesserate, altre sottoscrissero l’adesione quella sera.
Ci fu un blitz della Finanza: si contestò ai P. di portare avanti un’attività commerciale, non di tipo associativo. Il Tribunale di Pordenone aveva emesso un decreto penale di condanna: i due avrebbero dovuto pagare un’ammenda di 3 mila 900 euro, in sostituzione di 15 giorni di arresto. Ma l’avvocato Fabio Gasparini si è opposto e si è andati a processo. Il capo d’imputazione si riferiva all’articolo 80 del Testo unico leggi di pubblica sicurezza: i due erano accusati di tener aperto un luogo di pubblico spettacolo senza aver osservato le prescrizioni dell’autorità a tutela della pubblica incolumità, in quanto avevano organizzato un’attività di intrattenimento musicale in forma imprenditoriale senza autorizzazioni.
Sentiti anche testimoni, è emerso che alla serata erano presenti soltanto soci e non vi era carattere di “imprenditorialità”. Ieri il giudice Monica Biasutti ha assolto gli imputati perché il fatto non sussiste.
(Dal Messaggero Veneto del 15.07.2015)