Il blogger ci andò giù pesante, arrivando a definire G, D. L., come una specie di mafioso. È stato condannato al pagamento di 3 mila euro di multa, 4 mila di risarcimento e 3 mila euro per spese legali, ma senza pena detentiva, T. D. F. (difeso dall’avvocato Gino Sperandio) accusato di diffamazione ai danni dell’ex presidente di Longarone Fiere. L’imputato gestisce il sito www.vajont.info e proprio attraverso la rete aveva sferrato il suo attacco a D. L.i, residente in provincia di Pordenone, ma da sempre molto noto nel bellunese e soprattutto a Longarone. D. L. (parte civile assistito dall’avvocato Fabio Gasparini), che ha avuto diverse esperienze in politica e continua ad essere attivo, era stato definito da D. F. con parole tipo «dominus dell’altrettanto mafiosa fiera di Longarone», «faccendiere ipocrita», «frequentatore e produttore di delinquenti sindaci» e «ladro nel pubblico e ladro nel privato». D. L. ne ha avuto abbastanza, decidendo di procedere: «Posso sentirmi dare del lobbista», ha commentato fuori onda, «ma sicuramente non del ladro. È inaccettabile, oltre che falso».

Il fatto risale al 2012, poco dopo che il sito era stato riattivato, in seguito a un periodo di oscuramento deciso dal giudice Giancotti in seguito alla denuncia per diffamazione presentata da Maurizio Paniz.

L’imputato ha cercato di difendersi appellandosi al diritto di critica politica, ma i suoi toni erano andati ben oltre alla normale e accettabile analisi politica.

In parte, però, le richieste della difesa sono state accettate, proprio con l’esclusione della pena detentiva da parte del giudice nella condanna pronunciata ieri.

Il pubblico ministero, infatti, aveva chiesto che il blogger fosse condannato a cinque mesi di reclusione, oltre al risarcimento del danno di immagine e al pagamento delle spese.

(dal Corriere delle Alpi del 14.11.2014)

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